Insegnaci a contare i nostri giorni

“Insegnaci a contare i nostri giorni” La concezione del tempo nell’ebraismo. 2012-2013

Il lavoro realizza visivamente l’andamento del tempo secondo la prospettiva ebraica. Unisce infatti un procedere circolare – che tende a tornare su se stesso attraverso la celebrazione dei momenti fondanti dell’anno – con la progressività di un movimento che parte da un punto, il tempo messianico e il mondo futuro. Il tempo ebraico non chiuso, come un cerchio, ma neanche semplicemente lineare come una retta. E’ piuttosto una specie di vortice a spirale, orientato verso l’alto o dall’interno all’esterno, rappresentato nel lavoro da un filo che va verso l’infinito/eterno.

Al centro del lavoro sono poste le fasi lunari, basi della misura mensile del calendario ebraico, che debbono raccordarsi con l’andamento stagionale delle festività, necessariamente legate a momenti specifici dell’anno solare, rappresentate attraverso i loro simboli specifici nel cerchio più esterno. Le tre stelle indicano lo scorrere dei giorni: sono queste che ne segnano l’inizio.

Essere uomini significa essere dentro il tempo. Il mondo in cui lo viviamo ci dà una identità. Il lavoro vuole rappresentare, attraverso il tempo, la specifica declinazione dell’identità ebraica: tornare sempre sugli stessi momenti del passato senza essere immobili; muoverci, carichi del passato – che abbiamo di fronte e non alle spalle – verso il futuro, questo sì alle nostre spalle, aperto al passaggio da questo mondo temporaneo al mondo futuro dell’eternità.

Benedetto Carucci Viterbi